Come riconoscere e combattere la stanchezza mentale

Come riconoscere e combattere la stanchezza mentale

Con settembre sono riprese le nostre normali attività quotidiane, messe in pausa dalle vacanze estive: le scuole hanno riaperto, siamo tornati al lavoro, ricominciato l’attività sportiva. Siamo spesso schiacciati tra mille impegni, col risultato di logorare le energie recentemente ritrovate.

Non è raro, dunque, che momenti come questo ci portino a sperimentare i sintomi della stanchezza mentale: quali sono le cause più comuni di questa condizione e come rimediare?

Cos’è la stanchezza mentale

Quando parliamo di stanchezza ci riferiamo a quella sensazione di affaticamento che spesso sperimentiamo quando i livelli di energia di cui

disponiamo si esauriscono. A differenza della stanchezza fisica, che può derivare appunto da sforzi o attività che afferiscono al corpo, la stanchezza mentale si caratterizza perché a essere colpita è la sfera psicologica/emotiva.

Può capitare che la stanchezza mentale venga confusa con la stanchezza fisica, dal momento che si tratta di condizioni molto comuni, che spesso si presentano contemporaneamente. Ma come riconoscere i sintomi della stanchezza mentale?

Sintomi tipici della stanchezza mentale: ecco come riconoscerla

La stanchezza mentale (o astenia) si manifesta in diversi modi, anche a seconda del carattere e dell’attitudine della singola persona. Come abbiamo accennato, stancarsi dipende molto anche dalla riserva di energia che ognuno di noi ha, i ritmi a cui è sottoposto ogni giorno, così come dalla possibilità di rallentare o riposare per brevi periodi, quando ne sente la necessità, per ritrovare la concentrazione.

Esistono però dei sintomi frequenti, che riguardano proprio la sfera cognitiva, e ci aiutano a distinguere la stanchezza mentale da quella fisica.

- Difficoltà di concentrazione: è forse uno dei sintomi che più ci aiutano a capire che stiamo soffrendo di stanchezza emotiva. Far fatica a focalizzare, reagire con lentezza a determinati stimoli, impiegare molto tempo in attività che, in condizioni normali, avremmo concluso in fretta e con agio, sono tutti indicatori di stanchezza emotiva.

- Mancanza di energie: il corpo ci assiste e avrebbe le forze per muoversi e attivarsi, ma la nostra mente ci frena, fiaccata al solo pensiero del movimento.

- Problemi di memoria: uno dei sintomi della fatica cognitiva è proprio la difficoltà a ricordare particolari, espressioni, parole o concetti in maniera chiara.

- Organizzare i pensieri e dare forma al linguaggio diventa un’impresa titanica.

- Disturbi d’ansia generalizzata: la stanchezza emotiva può acuire gli stati d’ansia generalizzata, causando un accumulo di sentimenti e pensieri negativi, che gravano ancora di più sul nostro stato d’animo.

- Difficoltà a dormire. Altro campanello d’allarme è rappresentato dalla qualità del sonno. Se facciamo fatica a dormire o, al contrario, non vorremmo mai alzarci dal letto al mattino, è segno che qualcosa non va e dovremmo prestarvi attenzione.

Quali sono le cause più comuni della stanchezza mentale?

Come abbiamo visto, i sintomi della stanchezza mentale sono molteplici e possono colpire davvero chiunque: dalla persona anziana che ha difficoltà a fare i conti con i segni del tempo, allo studente nei periodi di apprendimento più intensi, fino al lavoratore a rischio di burnout.

Tra le cause più frequenti della stanchezza mentale, infatti, ci sono proprio i periodi di stress.  Con l’aumentare degli impegni può capitare che l’equilibrio tra il tempo da dedicare alle attività quotidiane e quello deputato al riposo vacilli. Il risultato è una sovrapproduzione di cortisolo, noto proprio come l’ormone dello stress, che può portare a sentirci esausti e senza forze.

Se in ufficio si accumulano scadenze, va da sé che aumenta di pari passo anche il lavoro intellettivo, il cui surplus è un’altra causa molto frequente della stanchezza mentale. Non è raro infatti che, con l’incremento delle cose da fare e della fatica cognitiva che queste richiedono, sperimentiamo di pari passo anche una perdita di concentrazione e di lucidità.

Stessa cosa avviene per gli studenti: la necessità di rimanere concentrati per molte ore consecutive, associata spesso a un’alimentazione poco bilanciata e a una scarsa qualità del sonno, possono portare a stati di stanchezza mentale anche prolungati.

Un’altra causa di questa condizione è sicuramente l’età. L’Italia è tra i paesi europei con la più alta percentuale di over 65 (quasi il 24%). Con l’aumentare degli anni inizia il declino cognitivo, aumenta anche la difficoltà ad assimilare i nutrienti del cibo che mangiamo, e facciamo più fatica a dormire e riposare bene.

Cosa fare per ricaricare la mente?

5 attività consigliate

Come far fronte, dunque, ai periodi di stanchezza mentale più intensi e provare a ricaricare le energie? Vi consigliamo 5 attività che possono aiutarci a recuperare le energie e bilanciare meglio impegni e tempo libero.

- Rallentare i ritmi. Non sempre è possibile farlo ma, se ne abbiamo la possibilità, proviamo a modulare il ritmo delle nostre attività quotidiane secondo le esigenze del momento, magari dedicando più attenzione al tempo libero e annullando qualche impegno.

- Dedicare del tempo a ciò che ci piace. Leggere, passeggiare, guardare un film, trascorrere una serata con amici e famiglia: passare il tempo in attività che ci fanno stare bene e ci rasserenano è sicuramente un rimedio contro la stanchezza mentale.

- Fare attenzione all’alimentazione. Una dieta basata prevalentemente su cibi grassi, caffeina, alcool e junk food non è sicuramente l’ideale, soprattutto nei periodi di forte stress emotivo. Potrà sembrare una “ricompensa” per gli sforzi che stiamo facendo ma a lungo termine non ci aiuta certo a recuperare le energie.

- Fare regolarmente esercizio fisico. Oltre a essere un toccasana per la salute fisica e mentale, fare sport regolarmente aumenta la nostra resistenza nei periodi più stressanti e ci aiuta ad affrontarli con più grinta.

- Dormire di più e meglio. Il sonno, così come l’alimentazione, è importantissimo per il nostro benessere: ritrovare un ritmo circadiano regolare, che assecondi il bisogno di riposo e ci porti a svegliarci al mattino pronti e ricaricati, è il modo migliore per affrontare la stanchezza mentale.

Il Ginseng Indiano

Ashwagandha, il Ginseng Indiano

È una pianta tonico-adattogena. Si dice che doni la forza di un cavallo e da qui deriva il suo nome indiano “Ashwagandha”.

Appartiene alla stessa famiglia del pomodoro, le Solanaceae, e come il pomodoro ha un arbusto erbaceo che può raggiungere fino a 170 cm di altezza con fiori verde-gialli.

Cresce spontaneamente in India, Nepal e Pakistan e anche in alcune zone dell’Africa settentrionale, dell’area mediterranea e, in Italia, principalmente in Sicilia e in Sardegna. E’ utilizzata da secoli nella tradizione popolare indiana, che le riconosce numerose proprietà fra cui antistress, rinvigorenti, perfino stimolanti a livello sessuale.

Tutte le sue parti contengono sostanze utili, quelle più interessanti si concentrano nelle radici e nelle bacche. Proprio per la sua ampia capacità d’azione è stata ed è oggetto di numerosi studi scientifici.

In particolare alcune ricerche confermerebbero il suo effetto nel favorire l’attività cerebrale, quindi l’apprendimento e la memoria, e la sua azione benefica nel contrastare i deficit cognitivi associati all’età e alla stanchezza.

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